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Hotel Roma Scanno

Uno dei posti più belli che ricorderai

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N° 12

UMORISMO SOTTILE VS PRESUNTA NOBILTA’

Storia di una presa in giro destinata a durare

 

Sentendo parlare di un kg e 200 g di oro, si pensa senz’altro ad un bel valore, ma non di quelli che possano
cambiare la vita.


La realtà era ben diversa nel XIX secolo, epoca a cui risale la storia della casa che “fa una smorfia”.
L’economia scannese era allora nelle mani di Francesco di Rienzo, “don Ciccio” per tutti. Come esponente
della borghesia pastorale (una sorta di classe sociale intermedia, senza titoli ma con un enorme potere di
acquisto) esercitava un controllo pressappoco assoluto sulla popolazione, creando lavoro e sicurezza, ma
non in cambio di nulla…


Erano svariate le prove di devozione che si aspettava dai suoi protetti, una in particolare oggi inammissibile:
infatti esercitava secondo i propri capricci (ed anche in base a determinati canoni estetici) lo ius primae
noctis.


In parole povere, in cambio di lavoro e doti nuziali, reputava un suo diritto reclamare la prima notte delle
neospose. Ma stiamo divagando…


Il suo palazzo (il più sontuoso del paese) sorgeva in un punto panoramico e strategico, e le costruzioni sul
lato opposto della Strada erano relativamente basse, in modo da non alterare il quadro di cui don Ciccio
godeva dal suo balcone padronale.


Finchè… un certo Spagnolo non costruì la propria abitazione proprio davanti a quel balcone, innalzandola
alta il dovuto e facendo aprire delle finestrature che fanno sembrare la casa un volto irridente. Si dice che
fosse per via del fatto che la moglie dello Spagnolo avesse di suo una dote di un kg e 200 g di oro, e quindi
non fosse obbligata “in alcun modo” nei confronti del signorotto.

 

Ad unica riprova di questa storia tramandata per anni nelle case di Scanno, ci restano le case stesse, che
chiunque può vedere passeggiando nel centro storico.


Il Palazzo di don Ciccio e la casa che da sempre lo prende in giro, che tanto rivelano sul carattere di noi scannesi.